Le vacche di Stalin di Sofi Oksanen Ed. Guanda Anna e Katariina sono madre e figlia. E insieme al sangue le unisce un patto non scritto di colpa, silenzio, paura e vergogna. Colpa perchè Katariina ha sposato un finlandese ed è scappata via dalla natia Estonia e dal duro regime imposto dalla dominazione russa alla fine degli anni settanta, paura di essere scoperta mentre trasporta merci illegalmente nei suoi ritorni in patria, silenzio e vergogna perchè Katariina parla correntemente il finlandese e nasconde a tutti i suoi conoscenti di essere estone. La consapevolezza di essere estranea ad entrambe le sue patrie lacera intimamente sua figlia Anna, che, a causa del furioso controllo sulle emozioni e sulla vita impostole dalla madre sceglie come un destino la bulimia. Anzi la bulimianoressia. “Io so fare sesso senza amare e so amare senza fare sesso. Ma non so fare tutte e due le cose insieme. E sopratutto non so mangiare. Così come c’è chi non sa guidare o non sa le lingue straniere. Non tutti sanno fare tutto.” L’ossesione del peso come una fuga dalla realtà la imprigiona, e la vota ad una reale impossibilità di condivisione emotiva. Il rimpicciolirsi perdendo peso è una specie di rivincita sulla vita difficile che la famiglia di sua madre ha vissuto, dalla deportazione in Siberia subita durante la guerra con la Germania, ai processi sommari durante l’occupazione sovietica, mentre la fame uccide e rende schiavi gli uomini e le donne che la subiscono come parte della condanna inflitta. In Siberia la propaganda sovietica magnifica le famose vacche di Stalin. Ma la vacca di Stalin in realtà è una capra. Parte di questo silenzio subito per salvarsi domina l’anima di Anna, che solo con molta difficoltà riuscirà a sentire di poter dire ” mia madre è estone di nascita” per capire che, quello che era il suo segreto colpevole, non desta nè interesse, nè preoccupazione. Perché le persone sono poco interessate alle tragedie collettive o personali dopo i primi trenta secondi di ascolto. Non è un libro sulla salvezza ma sulla solitudine senza rimedio. Acuminato come una punta di coltello che spunta fuori da un soprabito. E che per questo lascia stupefatti.
Mangiaparole presenta una serata dedicata ai curiosi ed agli appassionati di archeologia!
ven, 30 Marzo, 18:00 | Moneta Augusta. Guida all’identificazione delle monete romano imperiali da Augusto a Diocleziano di Stefano Ferri
Moneta Augusta. Guida all’identificazione delle monete romano imperiali da Augusto a Diocleziano di Stefano Ferri Descrizione: Manuale pratico di numismatica romana imperiale, per studenti di archeologia, appassionati di numismatica, collezionisti. Dall’indice: Parte prima. La moneta, cenni storici e cenni tecnici; la moneta romana imperiale; collezionare monete antiche. Parte seconda: Caratteri generali della moneta imperiale, identificazione del tipo, lettura della legenda, datazione. Parte terza: Tavole iconografiche, schede dei personaggi monetati, titolature monetali, abbreviazioni epigrafiche, tabelle cronologiche… Indici dei personaggi, soggetti e argomenti
Mangiaparole Aperitivo finger food a conclusione della serata.
Raccolta, a cura di Roberto Pallocca, di sedici racconti di giovani autori: da Aosta a Palermo, da Verona a Cagliari. Ogni racconto – con stile di scrittura vicino alle scritture multimediali, di cui sono esempio concreto i blog e le altre tipologie di spazi web nei quali oggi si concentra gran parte della creatività e dell’arte narrativa dei giovani – è un colore, una tonalità. Una policromia necessaria per cogliere briciole del mondo in cui viviamo, e farci spettatori attenti, per una volta, e non solo attori distratti. Autori presenti nell’opera: Raffaella Arrighini, Anna Laura Biagini, Nicholas Ciuferri, Luigi Costa, Silvia Fratini, Giuseppe Gatto, Francesca Gavotti, Marcello La Rocca, Morena Mancinelli, Tiziana Maniscalco, Alisia Mariani, Giada Mioso, Marco Pomar, Marinella Scordo, Raffaele Gianluca Zagaria, Marco Zangari. Interverranno Marco Onofrio, scrittore e critico letterario; Roberto Pallocca, direttore della collana “Sherazade”.
Il nostro Giacomo Caruso ha remixato le poesie finaliste del premio Mangiaparole creando un capolavoro… oppure no!?
CUT & MIX UP
con le mani tremanti afferri l’aria che ti manca un ritaglio di giornale è ciò che resta e per riempire il vuoto si versava il sangue dell’uomo è la carezza della vita che mi tocca ora i ricordi stordiscono mentre vesto il mio cuore per mascherare il dolore
Questo mese lo slam poetry Mangiaparole ha battuto il record di partecipanti: ben 18 poeti si sono sfidati a colpi di versi ed il pubblico numeroso ha assistito ad una gara in cui ogni sfida è stata decisiva e combattuta all’ultimo voto.
La vittoria è andata a Francesco Dettori che ha battuto una sfortunata e per ben tre volte finalista Eleonora Moscetti!
Grazie mille a tutti i poeti partecipanti: Francesco Dettori, Marco Limiti, Luciana Capece, Alessandro Bellomarini, Alessandro Valentini, Marco Fazio, Angelo Brasi, Giulia Mi, Eleonora Moscetti, Laura Pezzola, Eliana Tribalto, Maurizio Bacconi, Ilaria Poli, Marcello Clementi, Stefano Ponti, Giovanna Repetto.
17/3 | 18:00 | Latte, biscotti … e altri racconti di Pino Migliorisi
Pino Migliorisi nasce a Ragusa, ma da tanti anni abita a Bergamo. Le sue storie si svolgono, quasi sempre, tra la sua città di origine e Roma, La sua città del cuore. Narra vicende permeate da avvenimenti realmente accaduti, riuscendo a dare ai suoi scritti un alone di verosimile. Tutto ciò consente allo scrittore di stare a stretto contatto con la realtà quotidiana, rallegrata dalla leggera percezione del passato, visto attraverso gli occhi del fanciullo, che tende a mitizzare tutto quello che non è nel presente. Questa visione tra passato e presente, aiuta il nostro autore a vivere con serena spensieratezza, rendendolo quasi simile ad un eterno Peter Pan. Nel 2010 ha pubblicato UNA VITA IN ATTESA.
SCRIVIMI DI QUESTO TEMPO – 2
