3/5 |19,30 | Racconti Equilibri sospesi di Marilena Votta

3/5 |19,30 | Presentazione della raccolta di racconti Equilibri sospesi di Marilena Votta

La libreria Mangiaparole è lieta di presentare, equilibri sospesi, i racconti di Marilena Votta, edita da progetto cultura

Marilena con le parole tenta di afferrare la realtà, ci prova con la malia delle immagini, mutevoli e cangianti, ci prova utilizzando i colori per dire a se stessa che il mondo va esplorato senza mai rinunciare allo stupore e all’incanto. Così si entra dentro le emozioni che incessantemente ci abitano e ci trasformano: sgranandole, osservandole con attenzione, descrivendole con passione.

Segue aperitivo mangiaparole

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ven 13/4 – 19,30 | Presentazione libro CAREZZE, KORAZZE & SKIZZI DI VITA di Paola Nazzaro

Venerdì 13-aprile | ore 19,30
Presentazione libro CAREZZE, KORAZZE & SKIZZI DI VITA
di Paola Nazzaro

Un libro pieno di tessuti, carezze, pneumatici, corse impazzate, poesie e racconti
Una vita nella moda e nelle moto
Poesie, racconti, bozzetti, citazioni e disegni di una vita nella moda, nel burlesque e nelle moto

 

Altre presentazioni
15 aprile al Micca alle 19,00
17 aprile alla Casa del cinema alle 18,00

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Carezze, korazze & skizzi di vita di Paola Nazzaro | recensione di Marilena Votta


Se si può trovare un difetto in questo libro è che è pieno fino all’orlo di vita… una vita intensa senza pause, vissuta da una “ragazza fatta di spigoli e acciaio”.
È decisamente un libro immerso nella bellezza. Poliedrico.
Nel leggerlo ho sentito una affiliazione mentale. La comune provenienza campana, la fuga da tutte le costrizioni, la ricerca di amori che non siano anche catene, il bisogno di tenerezze regalate senza fare baratti da mercato me lo rende caro e compagno delle mattine di questo tempo d’attesa.
Piccoli racconti, disegni, poesie, frasi famose, tutto mescolato insieme, in una rara sapienza letteraria, dove il caos è lo specchio delle inquietudini delle donne del nostro tempo, quelle che anche quando cadono non si perdono. E ridono e sorridono. Pronte a credere di nuovo nel prossimo, negli amori di là da venire, scuotendosi di dosso come pioggia primaverile quelli andati a male. Leggetelo e godete di questa scintilla che queste parole porteranno fuori… “Per fortuna accade, qualche volta, che le casualità della nostra esistenza irrompano nei sotterranei di noi stessi, spalancando porte e finestre, facendo entrare la luce”.

Marilena Votta

Carezze, korazze & skizzi di vita di Paola Nazzaro | 160 pp.; 15 euro | Edizioni Progetto Cultura, Roma | ISBN 9788860924148 |

Acquista online oppure presso la libreria Mangiaparole

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Le vacche di Stalin di Sofi Oksanen Ed. Guanda | recensione di Marilena Votta

Le vacche di Stalin di Sofi Oksanen Ed. Guanda
Anna e Katariina sono madre e figlia. E insieme al sangue le unisce un patto non scritto di colpa, silenzio, paura e vergogna. Colpa perchè Katariina ha sposato un finlandese ed è scappata via dalla natia Estonia e dal duro regime imposto dalla dominazione russa alla fine degli anni settanta, paura di essere scoperta mentre trasporta merci illegalmente nei suoi ritorni in patria, silenzio e vergogna perchè Katariina parla correntemente il finlandese e nasconde a tutti i suoi conoscenti di essere estone. La consapevolezza di essere estranea ad entrambe le sue patrie lacera intimamente sua figlia Anna, che, a causa del furioso controllo sulle emozioni e sulla vita impostole dalla madre sceglie come un destino la bulimia. Anzi la bulimianoressia. “Io so fare sesso senza amare e so amare senza fare sesso. Ma non so fare tutte e due le cose insieme. E sopratutto non so mangiare. Così come c’è chi non sa guidare o non sa le lingue straniere. Non tutti sanno fare tutto.” L’ossesione del peso come una fuga dalla realtà la imprigiona, e la vota ad una reale impossibilità di condivisione emotiva. Il rimpicciolirsi perdendo peso è una specie di rivincita sulla vita difficile che la famiglia di sua madre ha vissuto, dalla deportazione in Siberia subita durante la guerra con la Germania, ai processi sommari durante l’occupazione sovietica, mentre la fame uccide e rende schiavi gli uomini e le donne che la subiscono come parte della condanna inflitta. In Siberia la propaganda sovietica magnifica le famose vacche di Stalin. Ma la vacca di Stalin in realtà è una capra. Parte di questo silenzio subito per salvarsi domina l’anima di Anna, che solo con molta difficoltà riuscirà a sentire di poter dire ” mia madre è estone di nascita” per capire che, quello che era il suo segreto colpevole, non desta nè interesse, nè preoccupazione. Perché le persone sono poco interessate alle tragedie collettive o personali dopo i primi trenta secondi di ascolto.
Non è un libro sulla salvezza ma sulla solitudine senza rimedio. Acuminato come una punta di coltello che spunta fuori da un soprabito. E che per questo lascia stupefatti.

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Recensione di Marilena del romanzo “Gli sfiorati”

Rieditato da Fandango, in occasione dell’uscita del film, Sandro Veronesi ripercorre insieme a noi le storie di quotidiana insoddisfazione di una generazione precaria nei sentimenti se non nel futuro. Un’Italia all’alba degli anni novanta, ancora con le lire, le 127 e la prima Repubblica, immersa in una sorta di torpore post adolescenziale, che è lo specchio della vita interiore del protagonista, Mete. Mete, diminutivo di Ermete, è un giovane studioso di grafologia, attratto dalle persone che presentano i caratteri della “schiumevolezza”, ovvero quel senso di languore un pò ottuso nei confronti dei sentimenti e delle urgenze concrete. In realtà Mete è l’emblema di quella schiumevolezza dalla quale tenta di difendersi. In contraddizione estrema con i suoi ideali, accetta l’aiuto economico del padre e della sua nuova moglie, pur essendo arrabbiato con lui per essere stato abbandonato da piccolo. E infine Mete ha un rapporto complicato e ambivalente con la sorellastra Belinda e la sua luminosa biondezza, che gli suscita turbamenti tutt’altro che fraterni. Sullo sfondo, insieme a personaggi tipo della bella vita romana, campeggia proprio la città eterna,con certi angoli di città visti dal finistrino di un autobus, con il suo dedalo di strade, le sue auto blu sfreccianti nel traffico, i politici con la sciarpa bianca svolazzante, e ovviamente i romani, con quel loro miscuglio di finta fretta e di calma improvvisa.

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Recensione di Marilena del romanzo “Così in terra”

La libreria caffè letterario mangiaparole propone delle letture di romanzi contemporanei a cura della nostra amica/cliente/scrittrice Marilena. Ecco a voi la prima recensione:

Davide Enia Così in terra. Editore Dalai
Si parla spesso di romanzi di formazione come di romanzi nei quali l’infanzia e l’adolescenza è identificata come un tempo proiettato verso il futuro. In realtà il tempo presente dell’infanzia e della preadolescenza è un tempo perfetto e compiuto. Come il protagonista del secondo romanzo di Davide Enia, che riconferma il talento del primo, “Rembò” uscito per Fandango qualche anno fa. Davide racconta, in un presente vivo e vitale come il colore dell’acqua scintillante del Mare palermitano, storie di perdita ” di pazienza, di bottoni, di tempo”, di coraggio e ferocia e anche d’amore. Davide è orfano di padre e con una madre che lavora in ospedale, e viene cresciuto dai nonni e dallo zio Umbertino. In un’assolata e furibonda estate Davide conosce sangue, morti ammazzati, odore di sudore e parole calde di pane come quelle di un padre. E poi inatteso e insolente l’amore della piccola Nina. Che gli succhia via il sangue dalle dita. Una ad una. “Come fai a prendere a pugni il mare? È troppo più grande, troppo più forte. C’è acqua sotto altra acqua. Il Mare si basta da solo.” Bellissimo e struggente, che ci ricorda un po’ la rimpianta libertà dell’infanzia, quando il tempo era inghiottito solo da doveri non scritti e l’orizzonte ci sembrava troppo vasto per inghiottirlo. Ma questa consapevolezza non ci dava angoscia.

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